Vi vorrei raccontare di un caso che ho gestito in un’azienda, dove il progetto che abbiamo strutturato ha portato risultati reali, concerti e misurabili, sapete perché? Perché era davvero sartoriale. Prima apro una parentesi: recentemente ho avuto un’esperienza davvero singolare, che mi ha lasciata senza parole in senso negativo e che purtroppo credo non sia poco frequente.
Mi sono rivolta ad alcune agenzie di per avere dei preventivi rispetto ad un progetto che vorrei sviluppare. Intanto, devo dire che su cinque agenzie che ho sentito, ce n’è stata una sesta che ho scartato a priori poiché mi ha chiesto 300 € per fare una call conoscitiva di 40 minuti dalla quale sarebbe poi derivato un preventivo strutturato sulle mie esigenze. Insomma dovevo pagare il preventivo. Quando ho fatto presente che non ho mai dovuto pagare per avere un preventivo, e non avevo intenzione di iniziare a farlo, mi è stato detto, cito:“…non è un semplice preventivo, ma una consulenza strategica mirata, nella quale il nostro team dedica tempo ed expertise all’analisi del suo caso specifico…”.
Dedicare tempo per un’analisi precisa dei bisogni e la strutturazione di un progetto che risponda effettivamente a quei bisogni é la base non un plus che l’azienda offre.
Troppo spesso ci troviamo di fronte a aziende che propongono soluzioni che non sono altro che pacchetti standard uguali per tutti, ma come possiamo pensare che questo possa generare un beneficio reale per il committente?
Se un’azienda mi richiede una progetto di sviluppo soft skill, per esempio sulla comunicazione, non mi limito a proporgli un mix a caso: un pò di comunicazione assertiva, feedback efficace e qualche strategia di validazione dell’altro…certo di per sé sono tutti temi validi, ma lo sono per quell’azienda?
Quello che faccio sono almeno un paio di incontri per capire quali problemi ci sono nello specifico, chi coinvolgono cosa hanno fatto fin’ora per risolverli (quest’ultimo punto è importante perché evidentemente non solo non ha risolto il problema, ma lo sta mantenendo).
E veniamo al case history che vi dicevo: azienda che mi chiede corso sulla comunicazione. Richiedo un incontro, poi un secondo e una terza call. Ora avevo chiara la situazione: c’era un problema fra gli operatori tecnici (che sono una figura che si poneva tra gli addetti di reparto e i commerciali) e gli operativi.
Quello che accadeva era che c’era l’abitudine consolidata nei tecnici di rispondere immediatamente e scendere in reparto ad ogni chiamata fatta dagli operativi. Fin qui niente di strano direte voi, in realtà questo modus operandi strutturato da sempre, portava una serie di problemi:
- il malumore dei tecnici che si vedevano “al servizio del reparto”,
- problemi pratici perché al ritorno nella loro postazione i tecnici dovevano riprendere un lavoro piantato lì a metà e quindi dovevano riprendere il filo,
- poca responsabilizzazione e senso di autonomia degli operativi stessi, incapaci di gestire i problemi.
Abbiamo lavorato assieme con le figure coinvolte e strutturato un modello che permettesse di gestire diversamente le richieste. E questo ha portato risultati veri, tangibili, misurabili. Intanto ha fatto sì che gli operativi provassero ad intervenire in maniera autonoma, ha strutturato un sistema che dava tempo e “respiro” ai tecnici di finire quello che stavano facendo riducendo il loro malumore e i loro errori, infine ha fatto emergere che, alcune problematiche si andavano poi risolvendo in maniera autonoma, senza alcun intervento.
Questo per me è un esempio di cosa vuol dire fare un lavoro che sia davvero sartoriale e che porti concreti benefici in un’azienda, per questo credo fermamente che già dal “preventivo” di un’azienda di capisca come lavora.