Ieri ho tenuto un‘esperienza di rilassamento guidato a sessanta persone. Tutti collegati da Zoom. Si tratta di un format molto esperienziale dove sostanzialmente insegno una tecnica. E’ molto sfidante perché devi riuscire a farla passare attraverso lo schermo, farla esperire ai partecipanti che devono farla propria. Il tutto in mezz’ora. Perché questo è il tempo che abbiamo a disposizione la sera, stanchi dal lavoro, ed è quanto la nostra concentrazione riesce a reggere dopo una certa ora.
Quanto reskilling mi è servito? Un botto: imparare a usare la tecnologia online innanzitutto. Significa conoscere perfettamente funzioni e potenzialità della piattaforma su cui ti appoggi. Non c’è contatto visivo, sorridi, ma non vieni ricambiato, non ti muovi, non puoi gesticolare, spesso tieni una penna in mano “giusto per”.
E poi la parte più difficile: trasmettere la calma, con il giusto tono di voce, con la musica al giusto volume, con il giusto coinvolgimento. Teniamo presente che, in questo genere di esperienze fra i partecipanti ci sono, con buona probabilità, un discreto numero di soggetti con ansia cronicizzata e stressati.
Persone che bramano la calma, ma fanno dell’agitazione il loro stile di vita.
Tornando al reskilling: avevamo da poco imparato a usare il termine “Skills”, che equivale a “Competenze”, ma suona più come competenze “Giuste”. Poi i ragazzi ci hanno insegnato a dire “Sei un tipo “Skillato”. E adesso c’è questo nuovo termine “Reskilling” che suona già di futuro, letteralmente riqualificazione delle competenze delle persone.
Il World Economic Forum stima che “entro il 2025, 85 milioni di posti di lavoro potrebbero essere sostituiti in seguito ad una diversa suddivisione del lavoro tra uomo e macchine, ma saranno creati 97 milioni di nuove posizioni, più adatte a questo scenario”.
Ma come riqualifico le mie competenze? Con la formazione. Qualcuno ha anche fatto un calcolo: ognuno di noi dovrà fare 101 giorni di formazione per essere “Reskillato” entro il 2025.
Penso sia chiaro che senza formazione e aggiornamento non ci si possa nemmeno mettere sul mercato, soprattutto in un settore delicato come la psicologia dove il core è il benessere mentale delle persone.
Lavorare online è davvero un altro universo rispetto alla presenza, ma ieri ho potuto raggiungere sessanta persone contemporaneamente: col distanziamento sarebbe servito affittare un capannone. Quindi direi che va benissimo così.
Ma non è permesso improvvisare, buttarsi davanti a uno schermo e accendere un video. Non è quello che faccio. Ripeto è necessaria la giusta preparazione, perché stai trasmettendo conoscenze di un certo tipo. E per farlo, devi “tryhardare” come dicono i ragazzi, ossia dei vare il massimo, oppure rimani lo psicologo del lettino.