Sono passati dieci anni da quando il D.lgs 81/08 ha sancito l’obbligatorietà della valutazione del rischio stress lavoro-correlato, ma ad oggi si rileva* che quattro lavoratori su dieci pensano che lo stress non sia adeguatamente gestito nel loro luogo di lavoro.Impossibile non interrogarsi quindi sulle modalità di gestione del fenomeno all’interno delle realtà aziendali.
Se da un lato l’obbligatorietà della valutazione è ormai abbastanza consolidata, non altrettanto lo è la convinzione che, tanto la valutazione quanto la successiva gestione devono essere condotte secondo specifici criteri e mettendo in atto precise competenze.Da qui l’importanza della consulenza di un professionista che abbia un quadro di riferimento scientifico e aggiornato rispetto al fenomeno dello stress lavoro-correlato, capace di individuare gli interventi sul lavoro e sui lavoratori e la loro reale applicabilità ed efficacia in contesti lavorativi.
Quindi un professionista , quale lo psicologo, quali competenze deve avere per condurre la valutazione del rischio stress lavoro-correlato?
Si possono riassumere in 3 punti:
- Capacità di contestualizzare le richieste di intervento sullo stress lavorativo sia a livello organizzativo sia a livello clinico;
- Capacità di individuare le modalità migliori applicabili nei contesti lavorativi, per rispondere alle richieste provenienti dai lavoratori o dalle organizzazioni lavorative;
- Capacità di definire i quadri diagnostici più appropriati e le loro conseguenze sull’individuo e sull’organizzazione.
*sondaggio d’opinione paneuropeo condotto dall’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro