In primavera ci sono dinamiche psicologiche che rendono difficilissimo perdere peso, sebbene sembrerebbe la stagione ideale per abbandonare i chili di troppo in vista dell’estate.
Finalmente é finito l’inverno, é arrivato il sole che scalda, il cielo limpido, i fiori che sbocciano, gli uccellini che cinguettano… l’estate é alle porte, le giornate lunghe, magari le ferie…Scenario perfetto insomma. Eppure siete lì a chiedervi perché questo non basta ancora a motivarvi per perdere quei chili di troppo. Vi eravate ripromesse che li avreste persi dopo il Natale, poi avete aspettato carnevale e infine Pasqua. Continuate a ripetervi che “Adesso con la bella stagione non ci sono più scuse, e il tempo stringe”. Eppure… eppure vi sembra di fare ancora più fatica a controllarvi, a dire di no, a resistere alle tentazioni. E ve la prendete furiosamente con voi stesse, pensando che siete incapaci e demotivate, pensando che la bella stagione vi possa aiutare nel vostro cambiamento, mentre voi non siete capaci di cogliere questa occasione.
Niente di più sbagliato!
In realtà dovete sapere che il passaggio dall’inverno alla primavera é un periodo molto delicato tanto che nelle persone più sensibili si registra spesso un incremento dei sintomi d’ansia o la comparsa ex novo di sintomi ansiosi anche in chi finora non ha mai sofferto di questo disturbo. Questa nuova condizione, che investe il nostro corpo, genera risposte adattive con le quali cerchiamo di arginare i sintomi fra cui sicuramente c’è l’alimentazione scorretta e l’uso del cibo per placare questo disagio. Purtroppo, neanche a dirlo, ciò avviene soprattutto nelle persone che sono particolarmente sensibili al cibo, come quelle che vogliono dimagrire.
Vediamo subito quali sono i sintomi e poi vi spiegherò perché insorgono.Individuare la presenza di uno stato ansioso é il primo passo che ci permette di evitare di sfogare la nostra ansia “nascosta” con il cibo, é molto importante quindi riconoscerne i segnali.
Ho parlato non a caso di “ansia nascosta” perché alcuni sintomi dell’ansia sono insidiosi e insospettabili: spesso si manifesta con sintomi “fisici” che possono insorgere in assenza dei segni tipici dell’ansia (agitazione, nervosismo, preoccupazioni). Quindi regola numero uno: ascoltiamo il nostro corpo! Alcuni segnali psicosomatici che nascondono uno stato ansioso sono:
- Neuromuscolari: formicolii, rigidità e dolori muscolari, parestesie, debolezza, tremori, sbandamenti e vertigini, cefalea o sensazione di “cerchio alla testa o testa confusa”.
- Respiratori: mancanza d’aria e respiro corto, senso di soffocamento e fame d’aria, sensazione di un peso sul torace.
- Dermatologici: iperidrosi, rash cutanei, arrossamenti tipo orticaria.
- Cardiovascolari: palpitazioni, tachicardia, ipertensione, peso al petto, senso di svenimento.
- Gastrointestinali: dolori viscerali diffusi, gastrite e reflusso gastroesofageo, nausea, inappetenza, digestione difficile e lenta, diarrea, colon irritabile.
- Genito-urinari: frequente impulso a urinare o urgenza di urinare (vescica nervosa), dolori pelvici diffusi o a localizzazione genitale.
Ma perché l’arrivo della primavera incide negativamente sull’ansia? Ciò che può turbarci sono proprio le caratteristiche che di solito si apprezzano di questa bella stagione:
– il tempo instabile e ballerino
– le temperature calde
– l’aumento delle ore di luce e dell’intensità della luce solare
-le modificazione della routine e aumento della vita sociale
La necessità che l’ansioso ha di controllare l’ambiente circostante, di minimizzare gli imprevisti, di prevedere cosa si affronterà è ostacolata dalla mutevolezza delle condizioni metereologiche che possono vedere l’alternanza di caldo e freddo, sole e pioggia, umidità e aria secca, richiedendo all’organismo uno sforzo di adattamento e una certa flessibilità.
Chi ha paura di soffocare o di respirare male e non a sufficienza è infastidito dall’aria calda – soprattutto in presenza di un significativo tasso di umidità – perché gli sembra che la respirazione non apporti l’ossigeno che gli serve, e, di conseguenza, si spaventa e si concentra ancora di più sulla respirazione alimentando un circolo vizioso all’insegna dell’ansia e della paura di morire o perdere il controllo del proprio corpo.
La maggiore esposizione alla luce solare provoca direttamente un incremento della produzione di melatonina e serotonina e indirettamente un aumento del cortisolo. Di conseguenza abbiamo un’aumento dell’attivazione fisica e psichica, per “uscire dal letargo invernale”. Spesso la persona ansiosa mal sopporta questa attivazione, e risponde aumentando il livello di ansia percepito.
Pensiamo anche alle modificazioni della routine: giornate più lunghe, aumento degli inviti per incontri di vario genere, l’ansioso viene a contatto con problematiche legate all’ansia sociale che in inverno possono essersi sopite: non é più possibile usare il freddo e il maltempo come scusa per “rintanarsi”, quindi si trova di fronte a quei problemi che aveva solo accantonato come la sensazione di solitudine di essere rifiutato, di essere giudicato, di non avere nulla da dire e così via.
Un altro motivo di ansia molto frequente é il dover mostrare la propria fisicità, a causa dell’abbigliamento più leggero, questo riporta la persona a contatto con le insoddisfazioni per il proprio aspetto e con il confronto con gli altri, nel quale l’ansioso si sente in genere perdente sopravvalutando le qualità altrui e sottovalutando e proprie, concentrandosi eccessivamente sui propri difetti, sentendosi incapace di valorizzare i propri pregi e di farsi apprezzare.
Insomma la primavera é una stagione che può metterci alla prova sotto vari punti di vista, ci può destabilizzare e renderci ancora più difficile lavorare sulla nostra fisicità. Ma se la vediamo sotto un altro punto di vista potrebbe diventare un’opportunità di cambiamento da cogliere per risolvere i problemi che si sono accantonati per troppo tempo e che bloccano il nostro cambiamento.
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